Che tasse si pagano a Dubai

Che tasse si pagano a Dubai?

Dubai: qualità della vita alta e zero tasse

Dubai da alcuni anni è la città che attira ogni anno il maggior numero di immigrati. Basta infatti solamente pensare che la città, che conta più di 3 milioni di abitanti, presenta circa l’80% della popolazione di nazionalità straniera. Questo è dovuto al fatto che Dubai, e in generale gli Emirati Arabi Uniti, sono diventati un paradiso fiscale nel quale non pagare tasse, dove poter vivere agiatamente anche con uno stipendio non eccessivamente alto.

La Perla del Golfo Persico rappresenta infatti la meta più ambita per tutti coloro che vogliono stabilire la propria residenza fiscale in un luogo dover non dover pagare le tasse. Oltre infatti all’assenza della normale tassazione, ciò che caratterizza la città emiratina è l’assenza dell’IVA, proprio come a Hong Kong.

Inoltre, non ci sono nemmeno le imposte sul capital gain e sui dividendi. In poche parole, è possibile affermare che gli Emirati Arabi Uniti sono il luogo perfetto chi possiede un’azienda o un importante pacchetto azionario, in quanto non si pagherebbe alcuna imposta nè dalle vendite, nè dai dividendi ottenuti dalle partecipazioni.

I vantaggi fiscali non finiscono però certo qua. Non meno importante è infatti l’assenza delle imposte di successione. A questo punto della lettura è lecito domandarsi come faccia il governo degli Emirati Arabi Uniti a finanziare qualsiasi attività pubblica o governativa. È doveroso specificare che alcuni settori sono soggetti a tassazione, tra questi i più importanti sono quello petrolifero e quello bancario. Le moltissime aziende petrolifere con sede nella nazione emiratina versano nelle casse dello stato il 55% di tasse, mentre i servizi finanziari come le banche sono soggetti a una tassazioni del 20%.

Altre informazioni riguardo la tassazione

Come anticipato nel paragrafo precedente, la maggior parte degli incassi degli Emirati Arabi Uniti sono portati dalla tassazione relativa alle aziende petrolifere e alle banche. Ogni esercizio operante in questi settori dovrà infatti risultare perfettamente in regola con i pagamenti delle tasse e pagare i costi di registrazione annuale, senza il quale non sarebbe possibile svolgere il proprio lavoro (vedi Quali sono i lavori più richiesti a Dubai). Queste agevolazioni fiscali sono state rese possibili proprio dal governo, che ha firmato ben 43 trattati atti a contrastare le doppie imposizioni, caratteristica non comune per un paradiso fiscale. In aggiunta, la città fa parte della lista bianca dell’OCSE, in quanto firmataria di alcuni trattati riguardanti lo scambio di informazioni. Negli ultimi anni, negli Emirati Arabi Uniti, sono sorte anche moltissime aziende online. Queste hanno sede nella Dubai internet City, location ideale per chi desidera aprire una startup con attività online.

Trasferirsi a Dubai

Prima di iniziare una nuova vita negli Emirati Arabi Uniti, è necessario comprendere se il luogo può rispondere favorevolmente alle esigenze personali. Recandosi all’ambasciata emiratina presso il proprio stato di residenza, è possibile richiedere un visto turistico valevole per 20 giorni, grazie al quale sarà garantito l’ingresso nel paese. Qualora invece si optasse per un trasferimento definitivo, per ottenere un visto, è possibile seguire tre principali strade: farsi assumere da un’azienda, incorporarne una o acquistare un immobile del valore minimo di 250 mila euro( visto valido per 6 mesi).

In Italia esistono numerose aziende, che grazie a esperti, riescono a seguire tutto l’iter burocratico derivato dalla richiesta di visto permanente. Nonostante in molti colleghino Dubai a divertimenti sfrenati e a una vita da milionari, in realtà la città presenta u costo della vita inferiore a molte delle principali città italiane. Inoltre, servizi come sanità e istruzione sono di altissima qualità e il livello di criminalità è davvero al minimo.

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