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Business, marketing e pubblicità

Cosa è un business?

Oggigiorno si parla sempre più di business, in particolare di quelli digitali, di imprenditori digitali, di trading, social network, pubblicità bombardanti e sempre più creative.

Business, tradotto dalla lingua inglese a quella italiana, significa attività commerciale o imprenditoriale. A motivo della disinformazione, molte persone tendono ad associare alla parola “business” qualcosa di altamente remunerativo nel breve termine, un’attività variabile nel tempo e non duraturo (quasi effimera) ma in realtà non è così. All’interno di un’attività imprenditoriale confluiscono numerose pratiche molto articolate che richiedono dinamismo, flessibilità, creatività, economicità.

Cosa è il marketing?

Il marketing è uno dei dipartimenti più importanti di un’impresa ed è quello che permette di vendere un determinato bene. Dire marketing non vuol dire pubblicità. La pubblicità è uno strumento attraverso il quale si svolge la funzione di promozione che è una delle quattro variabili del marketing mix. Con esso, l’impresa di occupa di definire strategie per:

  • il prodotto: si definisce il prodotto da vendere (completamente nuovo o preesistente), quali caratteristiche deve avere e molto altro ancora.
  • la distribuzione: si definisce la metodologia di accesso al prodotto da parte dei consumatori.
  • il prezzo: si definisce quale prezzo deve avere il prodotto e quali politiche promozionali realizzare durante l’anno commerciale.
  • la promozione: si definiscono strategie per far conoscere l’offerta, per divulgarla massivamente, farla acquistare. A ciò si aggiunge la comunicazione in generale.

Il prodotto

Se non vi è un prodotto alla base di ogni impresa, non si può generare e alimentare il business. L’impresa deve definire quale prodotto vendere. Se l’impresa è una di tipo commerciale, si occuperà di scegliere quali prodotto comporranno l’esposizione (fisica o digitale) e si occuperà anche di individuare potenziali fornitori. Se l’impresa è di tipo industriale ed elaborazione i suoi propri prodotti, allora dovrà definire quale categoria merceologica vuole servire, quali beni vuole produrre dopo aver analizzato il mercato, quali caratteristiche essi devono avere, quale packaging proteggerà l’articolo.

Il prezzo

Il prezzo è il fattore al quale i consumatori sono più sensibili. Sbagliare la definizione del prezzo può influenzare negativamente le vendite e il risultato economico di esercizio. L’impresa deve quindi tenere a mente tutti i costi sopportati (o da sopportare) per vendere un prodotto e definire quale marginalità può guadagnare su ogni unità di vendita. Nel caso di impresa commerciale, per i prodotti a marchio è prevista una marginalità “imposta” che non può essere scelta dall’impresa. Quest’ultima può al massimo decidere di non rifornirsi più da un determinato produttore e fornitore.

La distribuzione

Si devono individuare le modalità di accesso al bene per esempio supermercato, ipermercato, ecc. In particolare, si sceglie il canale che si distingue in diversi tipi:

  • canale diretto: l’impresa produce il prodotto e lo mette a disposizione nel proprio punto vendita.
  • canale indiretto breve: l’impresa lo mette a disposizione della clientela attraverso un intermediario (quale può essere un distributore). Un esempio è l’imprenditore agricolo che vende le sue produzioni a un punto vendita locale. Quest’ultimo è definitore ‘distributore’.
  • canale indiretto lungo:si fa ricorso a più di un distributore.

La scelta di un canale rispetto a un altro dipende dai bisogni e interessi della clientela nonché dalle capacità di gestione dell’azienda.

La promozione e la pubblicità

Affinché il prodotto sia acquistato, è necessario che si definisca come farlo conoscere e come farlo acquistare. Uno degli strumenti più utilizzati per promuovere un prodotto è proprio la pubblicità attraverso televisione, radio, social, motori di ricerca. Per nuovi prodotti, invece, si fa riferimento ai social, i testimonials, il passaparola e molto altro ancora oltre alla pubblicità. La pubblicità si distingue tra:

  • quella a pagamento: l’impresa definisce il budget da spendere per una campagna pubblicitaria e, a seconda dello strumento scelto, si pubblicizza un contenuto generato ad hoc.
  • quella organica: non prevede il pagamento di costi poiché fa ricorso al passaparola, alle pratiche SEO e molto altro ancora.